Per Studiotorino le tesi di laurea con gli studenti dell’università Iaad sono ormai un’appuntamento costante e l’occasione dell’anniversario dei 100 anni ne fanno un momento ancora più importante.
I titoli proposti ai due studenti sono particolarmente ambiziosi: “Dino ipotesi contemporanea” e “Una fuoriserie all’italiana su una classica muscle car americana”.
“Dino ipotesi contemporanea” è il titolo proposto da STUDIOTORINO per la tesi di laurea esposta da Cristiano Umana il 5 luglio 2019 all’Università Iaad di Torino.
L’intenzione, ancora più di mostrare un ipotetico stile, è quella di studiare come possano essere nati straordinari progetti da una straziante storia d’amore di un padre per un figlio, destinato a morire giovanissimo per una malattia degenerativa.
Un motore studiato dal giovanissimo Alfredo Ferrari e non a caso marchiato con il suo soprannome “Dino” solo dopo la sua morte.
In casa Ferrari questa straordinaria innovazione di riposizionamento del gruppo motore-cambio, avviene nel 1961 per laprima “Formula1” denominata Dino 156 F1, ancora nel 1961 nella categoria Sport Prototipi la 246 SP, e nel 1967 con la Dino 206 GT seguita poi dalle 246 GT e GTS per la prima Gran Turismo di “Grande Serie” la cui produzione totale raggiunse i 4.067 esemplari.
Queste straordinarie Dino stradali GT e GTS, furono precedute da tre Prototipi ispiratori, presentati dalla Pininfarina nei propri stand ai Saloni di Parigi nel 1965, a Torino nel 1966 e Francoforte nel 1967. Essi sono rispettivamente denominati Dino 206 Berlinetta Speciale, Dino Berlinetta GT, e Dino Berlinetta Prototipo Competizione.
Per l’appunto da questi tre capolavori di Pininfarina, nell’ottobre del 1967 al Salone di Torino nello stand della Ferrari verrà finalmente presentata la Dino 206 GT.
Come giá scritto, Ferrari presentó nel 1961 con motore centrale, la sua prima Formula 1 e la sua prima Sport Prototipo, e nel 1967 la sua prima stradale omologata di grande produzione; di tutte queste automobili il motore era DINO a sei cilindri.
Questa 250 LM del 1963, anche lei con motore centrale ma a 12 cilindri, nell’idea era di immaginare il rinnovamento della famosa 250 GTO ( Gran Turismo Omologata) che aveva il motore 12 cilindri anteriore per le competizioni, e non a caso LM erano le iniziali di Le Mans.
La F.I.A. per insufficienti unità prodotte ( 33 in tutto su 100 richieste ) non rilasció l’omologazione per competere nella categoria Gran Turismo Omologate, e per questo fu costretta a correre nella categoria Sport Prototipi. In seguito nel 1966 pochissimi esemplari poi furono omologati per la circolazione stradale in modo privato.
Per questo motivo la 250 LM va considerata una Sport Prototipo.
Affrontare lo stile di un’automobile di Maranello è presuntuoso, ma trattandosi di una tesi di un giovane studente, è da cosiderarsi un tentativo coraggioso e meritevole.
Prima di iniziare i lavori si è pensato di portare letteralmente lo studente prima al Salone di Ginevra, e poi a Modena e Maranello per fargli respirare la magica atmosfera dei luoghi dove è nata la leggenda.
Passeggiata esterna della fabbrica, visita ai due musei, e assaporare il cibo nei ristoranti storici sono state le tappe formative.
Alfredo e Maria Paola Stola, relatori esterni, hanno invitato l’amico Wladimir Lasbugues come Tutor per avere il parere di un designer professionista con l’obiettivo di far cogliere a Cristiano Umana ogni minimo dettaglio storico, estetico e tecnico utile alla tesi.
2500 cc, 4 cilindri turbo e un electric power unit sono le caratteristiche che generano il nome di questa gran turismo ibrida “Dino 254 GT-H” la cui potenza totale è di 480 CV, le dimensioni di questa dino sono: lunghezza 4300mm, larghezza 1850mm, altezza 1200mm, passo 2550mm, e aparte l'altezza che è la stessa si può dire che rispetto alla Ferrari 488 è un'auto più piccola di circa il 19%.
In questa tesi è immaginata anche una versione spider con il classicco tettuccio rigido tipo targa, anche in questa occasione il nome è "Dino 254 GTS-H".
Qualche giorno dopo l’esposizione della tesi, ci si è ritrovati a Villarbasse per impostare uno studio “Post Tesi”.
In questo modo il Tutor Wladimir Lasbugues ha potuto trasmettere a Umana tutte le migliorie in termini di affinamento linee e colorazione.
Cristiano Umana, senza più la pressione degli esami, ha potuto completare il disegno e quindi simulare in un certo senso un vero ambiente di lavoro e un responsabile a cui riportare un risultato.